Ai sindacati spetteranno ampie funzioni di collaborazione
con gli organi statali, incaricati di risolvere i problemi che più
direttamente li riguardano, ma è senz'altro da escludere che ad essi vada
affidata alcuna funzione legislativa, poiché risulterebbe un'anarchia
feudale nella vita economica, concludentesi in un rinnovato dispotismo
politico. Molti che si sono lasciati prendere ingenuamente dal mito del
corporativismo potranno e dovranno essere attratti all'opera di
rinnovamento, ma occorrerà che si rendano conto di quanto assurda sia la
soluzione da loro confusamente sognata. Il corporativismo non può avere vita
concreta che nella forma assunta degli stati totalitari, per irreggimentare
i lavoratori sotto funzionari che ne controllano ogni mossa nell'interesse
della classe governante.
IV - LA SITUAZIONE RIVOLUZIONARIA: VECCHIE E
NUOVE CORRENTI
La caduta dei regimi totalitari significherà per interi
popoli l'avvento della "libertà" sarà scomparso ogni freno ed
automaticamente regneranno amplissime libertà di parola e di associazione.
Sarà il trionfo delle tendenze democratiche. Esse hanno
innumerevoli sfumature che vanno da un liberalismo molto conservatore, fino
al socialismo e all'anarchia. Credono nella "generazione spontanea" degli
avvenimenti e delle istituzioni, nella bontà assoluta degli impulsi che
vengono dal basso. Non vogliono forzare la mano alla "storia" al "popolo" al
"proletariato" o come altro chiamano il loro dio. Auspicano la fine delle
dittature immaginandola come la restituzione al popolo degli
imprescrittibili diritti di autodeterminazione. Il coronamento dei loro
sogni è un'assemblea costituente eletta col più esteso suffragio e col più
scrupoloso rispetto degli elettori, la quale decida che costituzione il
popolo debba darsi. Se il popolo è immaturo se ne darà una cattiva, ma
correggerla si potrà solo mediante una costante opera di convinzione.