Contro il dogmatismo autoritario si è affermato il valore
permanente dello spirito critico. Tutto quello che veniva asserito doveva
dare ragione di sì o scomparire. Alla metodicità di questo spregiudicato
atteggiamento sono dovute le maggiori conquiste della nostra società in
ogni campo.
Ma questa libertà spirituale non ha resistito alla crisi che ha fatto
sorgere gli stati totalitari. Nuovi dogmi da accettare per fede o da
accettare ipocritamente, si stanno accampando in tutte le scienze.
Quantunque nessuno sappia che cosa sia una razza e le più elementari
nozioni storiche ne facciano risultare l'assurdità, si esige dai fisiologi
di credere di mostrare e convincere che si appartiene ad una razza eletta,
solo perché l'imperialismo ha bisogno di questo mito per esaltare nelle
masse l'odio e l'orgoglio. I più evidenti concetti della scienza economica
debbono essere considerati anatema per presentare la politica autarchica,
gli scambi bilanciati e gli altri ferravecchi del mercantilismo, come
straordinarie scoperte dei nostri tempi. A causa della interdipendenza
economica di tutte le parti del mondo, spazio vitale per ogni popolo che
voglia conservare il livello di vita corrispondente alla civiltà moderna,
è tutto il globo; ma si è creata la pseudo scienza della geopolitica che
vuol dimostrare la consistenza della teoria degli spazi vitali, per dare
veste teorica alla volontà di sopraffazione dell'imperialismo. La storia
viene falsificata nei suoi dati essenziali, nell'interesse della classe
governante. Le biblioteche e le librerie vengono purificate di tutte le
opere non considerate ortodosse. Le tenebre dell'oscurantismo di nuovo
minacciano di soffocare lo spirito umano.
La stessa etica sociale della libertà e dell'uguaglianza è scalzata. Gli
uomini non sono più considerati cittadini liberi, che si valgono dello
stato per meglio raggiungere i loro fini collettivi. Sono servitori dello
stato che stabilisce quali debbono essere i loro fini, e come volontà
dello stato viene senz'altro assunta la volontà di coloro che detengono il
potere. Gli uomini non sono più soggetti di diritto, ma gerarchicamente
disposti, sono tenuti ad ubbidire senza discutere alle gerarchie superiori
che culminano in un capo debitamente divinizzato. Il regime delle caste
rinasce prepotente dalle sue stesse ceneri.