Si è affermato l'uguale diritto per i cittadini alla
formazione della volontà dello stato. Questa doveva così risultare la
sintesi delle mutevoli esigenze economiche e ideologiche di tutte le
categorie sociali liberamente espresse. Tale organizzazione politica ha
permesso di correggere, o almeno di attenuare, molte delle più stridenti
ingiustizie ereditarie dai regimi passati. Ma la libertà di stampa e di
associazione e la progressiva estensione del suffragio rendevano sempre
più difficile la difesa dei vecchi privilegi mantenendo il sistema
rappresentativo. I nullatenenti a poco a poco imparavano a servirsi di
questi istrumenti per dare l'assalto ai diritti acquisiti dalle classi
abbienti; le imposte speciali sui redditi non guadagnati e sulle
successioni, le aliquote progressive sulle maggiori fortune, le esenzioni
dei redditi minimi, e dei beni di prima necessità, la gratuità della
scuola pubblica, l'aumento delle spese di assistenza e di previdenza
sociale, le riforme agrarie, il controllo delle fabbriche, minacciavano i
ceti privilegiati nelle loro più fortificate cittadelle.
Anche i ceti privilegiati che avevano consentito all'uguaglianza dei
diritti politici non potevano ammettere che le classi diseredate se ne
valessero per cercare di realizzare quell'uguaglianza di fatto che avrebbe
dato a tali diritti un contenuto concreto di effettiva libertà. Quando,
dopo la fine della prima guerra mondiale, la minaccia divenne troppo
forte, fu naturale che tali ceti applaudissero calorosamente ed
appoggiassero le instaurazioni delle dittature che toglievano le armi
legali di mano ai loro avversari.
D'altra parte la formazione di giganteschi complessi industriali e bancari
e di sindacati riunenti sotto un'unica direzione interi eserciti di
lavoratori, sindacati e complessi che premevano sul governo per ottenere
la politica più rispondente ai loro particolari interessi, minacciava di
dissolvere lo stato stesso in tante baronie economiche in acerba lotta tra
loro. Gli ordinamenti democratico liberali, divenendo lo strumento di cui
questi gruppi si valevano per meglio sfruttare l'intera collettività,
perdevano sempre più il loro prestigio, e così si diffondeva la
convinzione che solamente lo stato totalitario, abolendo la libertà
popolare, potesse in qualche modo risolvere i conflitti di interessi che
le istituzioni politiche esistenti non riuscivano più a contenere.